Genziana lutea: fra storia e leggenda

Genziana lutea: fra storia e leggenda

La Genziana lutea ( o genziana maggiore) è una pianta erbacea perenne di montagna appartenente alla famiglia delle Genzianacee, che include circa ottocento specie e una settantina di generi. Il nome è da attribuire a Genzio, re dell’Illiria vissuto intorno al 180 a.C.. Secondo la leggenda, fu il primo a scoprire le proprietà medicinali della radice di genziana. L’epiteto specifico deriva invece dal latino “luteus-a-um” (giallo), e riguarda il colore dei fiori.

Genziana lutea: rimedio naturale sin dall’antichità

Secondo la tradizione, quindi, Genzio, che regnò dal 180 al 167 a.C., utilizzò la radice di genziana macerata e poi bollita per curare una febbre molto alta. Altrettanto impiegata dai Romani, la Genziana Lutea è citata anche da Plinio il Vecchio (I secolo d. C.) nel suo libro di Storia Naturale come ottimo rimedio contro il veleno dei serpenti. Non solo, la genziana lutea era conosciuta anche da Dioscoride, botanico e medico greco, che ne parla nella sua “Materia Medica”. Anche Galeno, ne elenca le proprietà benefiche nel VI libro de “Le Virtù dei Semplici Medicamenti”.  Già da allora questa pianta veniva utilizzata per curare le malattie del fegato e le affezioni oculari.

Durante il Medioevo è stata invece impiegata come stomachico e vermifugo. Nel suo “Liber Subtilitatum diversarum Naturarum Creaturarum”, Santa Ildegarda di Bingen parla della genziana come rimedio per curare il mal di stomaco e rafforzare il cuore. Matteo Plateario, invece, esponente della scuola medica salernitana, la prima e più importante istituzione medica d’Europa nel Medioevo, ne cita le proprietà diuretiche. Non solo, il medico ne sottolinea l’utilità anche nei confronti delle malattie respiratorie e contro l’epilessia, come riportato anche nell’Erbario Volgare a.d. 1522 prodotto nella Citta’ di Venezia e qui consultabile.

Dal rinascimento al 1800

L’illustre medico e umanista rinascimentale Pietro Andrea Mattioli (1501-1578) indicò poi la genziana come efficace diuretico, emmenagogo, vermifugo e febbrifugo. Inoltre, secondo Mattioli questa pianta era anche un ottimo rimedio contro la puntura degli scorpioni. Le proprietà di questa pianta vennero evidenziate anche da grandi botanici tedeschi, come Leonhart Fuchs (1501-1566) e Hieronymus Bock Tragus (1498-1554). E non finisce qui. Prima della scoperta del chinino, che avvenne nel 1817, la Genziana Lutea era la droga più utilizzata per la cura delle febbri malariche e intermittenti.

Miti e leggende

Vi è poi un’antica leggenda legata a Re Ladislao d’Ungheria, il cui regno venne colpito da una gravissima epidemia di peste. Sembra che un angelo, apparso in sogno al monarca, gli suggerì di prendere il suo arco, posizionarsi davanti alla sua tenda e scoccare una freccia senza prendere la mira. Secondo la leggenda, la freccia si conficcò proprio ai piedi di una pianta di genziana. Quest’ultima, grazie alle sue proprietà benefiche, aiutò Re Ladislao a debellare l’epidemia. Insomma la Genziana Lutea ha alle spalle una storia millenaria fatta di tradizioni e leggende incredibili. Oggi è utilizzata principalmente per la preparazione di gustosi liquori e digestivi.

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